Industria metalmeccanica varesina verso “un moderato recupero”

(aggiornato il 30 Marzo 2017)
Non sono stati di certo anni facili quelli che l’industria metalmeccanica italiana si è trovata ad affrontare dal 2008 a questa parte. Con un calo di produzione del 26,3% rispetto ai livelli pre-crisi e quasi 300mila posti di lavoro in meno, la strada da percorrere verso una piena ripresa appare, tuttora, ancora lunga. Le prospettive di un timido progresso del settore, tuttavia, lasciano ben sperare: l’attività produttiva metalmeccanica nell’ultimo trimestre del 2016 è aumentata dello 0,3%, rispetto ai tre mesi precedenti. Variazione che conferma il proseguo della moderata fase espansiva partita a fine 2014.
A fare il punto della situazione dell’industria del settore sia a livello nazionale, sia locale è stata questo pomeriggio l’Assemblea dei Gruppi merceologici “Meccaniche” e “Siderurgiche, Metallurgiche e Fonderie” dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, che si è tenuta alle Ville Ponti e che ha visto la partecipazione dei vertici di Federmeccanica.
LA VISIONE DI FEDERMECCANICA
“Come imprenditori sappiamo che niente sarà più come prima della crisi”, ha spiegato durante l’Assise Fabio Storchi, Presidente di Federmeccanica. “Allo stesso tempo abbiamo la responsabilità di gestire il cambiamento e di invertire la tendenza per parlare nuovamente di sviluppo delle imprese e di crescita delle persone. Per questo è necessario portare avanti riforme strutturali che possano innescare nel Paese un circuito virtuoso tra aspettative, fiducia e risultati migliori”. Primo passo in questa direzione è, di sicuro, il recente rinnovo del Contratto Nazionale condiviso con tutte le sigle sindacali: “È una svolta che avvia una nuova fase di collaborazione superando ogni divisione. È l’inizio della via italiana alla partecipazione – ha proseguito Storchi –. Viene confermato il ruolo cardine del Contratto Nazionale a garanzia e tutela dei lavoratori rinviando gli aumenti salariali in azienda, dove si produce la ricchezza. Una soluzione equilibrata che consente di massimizzare i benefici per i lavoratori a costi sostenibili per le imprese grazie all’utilizzo di strumenti innovativi come il welfare e la formazione”.
Tornando ai numeri, il 2016 si è chiuso con un aumento medio dei volumi produttivi nazionali del 2,4% rispetto all’anno precedente, segnando risultati positivi in quasi tutti i comparti. A confermarlo è l’ultima indagine congiunturale di Federmeccanica, secondo cui a spiccare sono state le attività relative alla costruzione di autoveicoli e rimorchi con un valore positivo, rispetto all’anno 2015, del 6,2%, quelle metallurgiche che hanno fatto registrare un + 2,9%, i prodotti in metallo con +2,4 % e della produzione di macchine ed apparecchi meccanici del 2,5%. Nel 2016, infine, le esportazioni metalmeccaniche sono aumentate dell’1,2% e sono risultate pari a circa 203 miliardi di euro.
LE PREVISIONI DELLE IMPRESE VARESINE
Ma come sta andando il comparto metalmeccanico a livello varesino? “Le previsioni per la prima parte del 2017 delle nostre imprese sono orientate verso una stabilizzazione o un moderato recupero”, ha sottolineato nella sua relazione il Presidente del Gruppo “Meccaniche”, Giovanni Berutti. A sostenere questa ipotesi di incremento sono i dati forniti anche da Dario Gioria, Presidente del Gruppo “Siderurgiche, Metallurgiche e Fonderie” di Univa: “L’11% delle imprese del campione analizzato dal nostro Ufficio Studi, si attende un aumento nei livelli produttivi nei primi tre mesi del 2017, l’86% un mantenimento intorno ai valori attuali e solo il 3% prevede un ulteriore peggioramento”.
L’ANDAMENTO CONGIUNTURALE IN PROVINCIA
Dall’ultima indagine congiunturale svolta dall’Ufficio Studi dell’Unione Industriali per il settore emerge una chiusura 2016 in rallentamento: nel quarto trimestre dell’anno si è, infatti, registrata una riduzione dei livelli produttivi in confronto al trimestre precedente, che ha coinvolto l’82% del campione analizzato. Le realtà con livelli stabili sono state l’11%, mentre quelle in crescita sono state il 7%. A gravare su questi risultati è l’andamento di alcuni comparti di beni di consumo durevoli e degli altri mezzi di trasporto. Si è riscontrata, inoltre, una diversificazione a livello dimensionale: le piccole e medie imprese, spinte dal bisogno di differenziare i mercati di sbocco, appaiono più proattive ad agganciare i segnali positivi ovunque questi si manifestino, diversamente dalle grandi imprese che mostrano una minor velocità di reazione nel riposizionarsi. In calo le esportazioni del settore metalmeccanico varesino, che rappresentano il 60% del totale provinciale: il 2016 si è chiuso con un -14,9%.
LA CONSISTENZA DEL SETTORE
A livello nazionale il Varesotto è la nona provincia per numero di imprese e la decima per impiegati. Secondo gli ultimi dati Istat, in provincia di Varese sono 3.220 le unità locali che operano nel settore metalmeccanico con 43.358 addetti. Realtà che, insieme al comparto siderurgico, rappresentano il 38,4% delle imprese associate all’Unione Industriali e il 42,8% degli addetti in esse impiegate.
A fare il punto della situazione dell’industria del settore sia a livello nazionale, sia locale è stata questo pomeriggio l’Assemblea dei Gruppi merceologici “Meccaniche” e “Siderurgiche, Metallurgiche e Fonderie” dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, che si è tenuta alle Ville Ponti e che ha visto la partecipazione dei vertici di Federmeccanica.
LA VISIONE DI FEDERMECCANICA
“Come imprenditori sappiamo che niente sarà più come prima della crisi”, ha spiegato durante l’Assise Fabio Storchi, Presidente di Federmeccanica. “Allo stesso tempo abbiamo la responsabilità di gestire il cambiamento e di invertire la tendenza per parlare nuovamente di sviluppo delle imprese e di crescita delle persone. Per questo è necessario portare avanti riforme strutturali che possano innescare nel Paese un circuito virtuoso tra aspettative, fiducia e risultati migliori”. Primo passo in questa direzione è, di sicuro, il recente rinnovo del Contratto Nazionale condiviso con tutte le sigle sindacali: “È una svolta che avvia una nuova fase di collaborazione superando ogni divisione. È l’inizio della via italiana alla partecipazione – ha proseguito Storchi –. Viene confermato il ruolo cardine del Contratto Nazionale a garanzia e tutela dei lavoratori rinviando gli aumenti salariali in azienda, dove si produce la ricchezza. Una soluzione equilibrata che consente di massimizzare i benefici per i lavoratori a costi sostenibili per le imprese grazie all’utilizzo di strumenti innovativi come il welfare e la formazione”.
Tornando ai numeri, il 2016 si è chiuso con un aumento medio dei volumi produttivi nazionali del 2,4% rispetto all’anno precedente, segnando risultati positivi in quasi tutti i comparti. A confermarlo è l’ultima indagine congiunturale di Federmeccanica, secondo cui a spiccare sono state le attività relative alla costruzione di autoveicoli e rimorchi con un valore positivo, rispetto all’anno 2015, del 6,2%, quelle metallurgiche che hanno fatto registrare un + 2,9%, i prodotti in metallo con +2,4 % e della produzione di macchine ed apparecchi meccanici del 2,5%. Nel 2016, infine, le esportazioni metalmeccaniche sono aumentate dell’1,2% e sono risultate pari a circa 203 miliardi di euro.
LE PREVISIONI DELLE IMPRESE VARESINE
Ma come sta andando il comparto metalmeccanico a livello varesino? “Le previsioni per la prima parte del 2017 delle nostre imprese sono orientate verso una stabilizzazione o un moderato recupero”, ha sottolineato nella sua relazione il Presidente del Gruppo “Meccaniche”, Giovanni Berutti. A sostenere questa ipotesi di incremento sono i dati forniti anche da Dario Gioria, Presidente del Gruppo “Siderurgiche, Metallurgiche e Fonderie” di Univa: “L’11% delle imprese del campione analizzato dal nostro Ufficio Studi, si attende un aumento nei livelli produttivi nei primi tre mesi del 2017, l’86% un mantenimento intorno ai valori attuali e solo il 3% prevede un ulteriore peggioramento”.
L’ANDAMENTO CONGIUNTURALE IN PROVINCIA
Dall’ultima indagine congiunturale svolta dall’Ufficio Studi dell’Unione Industriali per il settore emerge una chiusura 2016 in rallentamento: nel quarto trimestre dell’anno si è, infatti, registrata una riduzione dei livelli produttivi in confronto al trimestre precedente, che ha coinvolto l’82% del campione analizzato. Le realtà con livelli stabili sono state l’11%, mentre quelle in crescita sono state il 7%. A gravare su questi risultati è l’andamento di alcuni comparti di beni di consumo durevoli e degli altri mezzi di trasporto. Si è riscontrata, inoltre, una diversificazione a livello dimensionale: le piccole e medie imprese, spinte dal bisogno di differenziare i mercati di sbocco, appaiono più proattive ad agganciare i segnali positivi ovunque questi si manifestino, diversamente dalle grandi imprese che mostrano una minor velocità di reazione nel riposizionarsi. In calo le esportazioni del settore metalmeccanico varesino, che rappresentano il 60% del totale provinciale: il 2016 si è chiuso con un -14,9%.
LA CONSISTENZA DEL SETTORE
A livello nazionale il Varesotto è la nona provincia per numero di imprese e la decima per impiegati. Secondo gli ultimi dati Istat, in provincia di Varese sono 3.220 le unità locali che operano nel settore metalmeccanico con 43.358 addetti. Realtà che, insieme al comparto siderurgico, rappresentano il 38,4% delle imprese associate all’Unione Industriali e il 42,8% degli addetti in esse impiegate.