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ARGOMENTI

Giorgia Munari: “Una nuova cultura organizzativa per imprese più sostenibili e più digitali”


“Siamo convinti che solo la costruzione di una nuova cultura organizzativa possa garantire che l’impresa progredisca con successo. Dobbiamo decodificare nuovi modelli di fare impresa ed economia. Il progresso è fatto di cultura aziendale e di relazioni con i contesti di riferimento. È in questa declinazione che vanno letti i fenomeni legati al digitale e alla sostenibilità. Ed è in questo scenario che si inserisce il ruolo che possiamo rivestire come giovani imprenditori. Il ruolo di cambiare il nostro Paese e il nostro territorio, a partire dalle nostre aziende”. È così che si è chiusa quest’oggi la relazione della Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, Giorgia Munari, durante l’Assemblea che ha riunito al Centro Congressi varesino di Ville Ponti i rappresentanti delle nuove generazioni di titolari d’impresa del territorio. 

“In un contesto così dirompente come l’attuale - ha affermato Giorgia Munari - i giovani imprenditori devono rappresentare una risorsa preziosa da valorizzare nella costruzione di una nuova cultura. È qui che sta il vero motore del cambiamento: nella cultura. Più precisamente nella cultura organizzativa. Tutte le trasformazioni che viviamo sono sì tecnologiche, sono sì economiche, sono sì logistiche. Ma tutte muovono dal necessario riposizionamento delle nostre imprese e dei nostri sistemi organizzativi più nel profondo. Per questo parliamo qui oggi di cultura organizzativa”.

Un ragionamento non solo filosofico, quello della Presidente dei Giovani Imprenditori di Univa. Le ricerche accademiche di realtà come Harvard sostengono che un’organizzazione con una cultura diffusa orientata alla positività e al benessere delle persone offre risultati sorprendenti: + 31% di produttività individuale; +37% di fatturato; +300% di capacità di innovare; +44% di fedeltà dei dipendenti al proprio posto di lavoro.

“La cultura organizzativa – ha spiegato Munari – è fatta di modi di percepire il contesto che ci circonda, di pensare, di sentire. E poi ancora comportamenti, modalità di relazione, conoscenze, norme scritte e non scritte che definiscono cosa è accettato e rifiutato in un’azienda, cosa viene incoraggiato e cosa no. Potremmo definire la cultura organizzativa come lo spirito dell’impresa. In quanto tale la cultura aziendale è impalpabile, ma allo stesso tempo alla base di ogni processo sia produttivo sia relazionale che impatta sui risultati e sulla capacità stessa di un’impresa di avere successo nel tempo”. 

Nel dibattito economico si parla spesso di governance, di strategie, di business plan e di progetti di innovazione. Ma troppo poco di cultura organizzativa e di modelli per definirla e codificarla, ha sostenuto la Presidente del Ggi di Univa: “La cultura organizzativa nella maggior parte dei casi non viene né scelta, né analizzata, pochi se ne occupano attivamente. È come una pianta spontanea, dai cui frutti, però, dipende il nostro futuro. Averne consapevolezza e saperla modellare significa permettere alle nostre imprese di scoprire le modalità più funzionali e innovative di collaborare in diversi contesti, per portare miglioramenti nei risultati e nel benessere prodotti. Le imprese varesine hanno avuto successo nel tempo affermando la nostra provincia come uno dei motori di sviluppo del Paese perché sono state capaci nel tempo di coniugare il sapere con il fare. Un ‘saper fare’, a cui oggi siamo chiamati ad aggiungere un terzo elemento: la consapevolezza. Servono modelli consapevoli di una nuova organizzazione in azienda”.

È anche una questione di saper attrarre le migliori competenze sul territorio. La visione delle nuove generazioni è completamente diversa dal passato: “Ciò che è impalpabile per i più, per i giovani fa la differenza se accettare o rifiutare un incarico. Se far parte di un’organizzazione ispirata a determinati valori o se sposare una diversa causa lavorativa. Pensiamo alla voglia di cambiamento, allo spirito innovativo, alla curiosità, al coraggio di affrontare più apertamente la possibilità di un fallimento, alle competenze specifiche sulla digitalizzazione e sulla sostenibilità. Tutti elementi di cui le nostre imprese hanno un disperato bisogno, ma che dobbiamo saper attrarre”, ha affermato ancora Munari che al sistema imprenditoriale locale ha lanciato una sfida: “Dobbiamo saper incanalare le caratteristiche innate dei giovani verso modelli strutturati in grado di gestire il cambiamento. L’innovazione ha bisogno di strade da percorrere alla giusta velocità e con i giusti mezzi. Serve allenamento. Serve metodo. Serve un riposizionamento”. 

I Giovani industriali varesini non si limitano, però, semplicemente a indicare una meta, senza dire come raggiungerla. Le coordinate del cambiamento sui fronti della digitalizzazione e della sostenibilità e del ruolo che possono giocare su questi terreni start-up e imprese storiche gestite dalle nuove generazioni sono contenuti in un paper di studio e posizionamento presentato al World Manufacturing Forum e di cui la Presidente del Ggi di Univa, Giorgia Minari, è stata group leader. Il titolo del documento, di cui durante l’Assemblea del Gruppo Giovani Imprenditori sono stati presentati i principali contenuti, è: “Young Enterpreneurs in the new era of sustainability and digitalization”. “Un esempio delle capacità propositive di questo nostro Gruppo Giovani”, lo ha definito il Presidente dell’Unione Industriali, Roberto Grassi: “Occorre uno sguardo lungimirante e, allo stesso, disincantato e ragionato sulle sfide che ci attendono nel prossimo futuro. Servono occhi giovani in grado di offrire punti di vista differenti e originali. Abbiamo sempre definito questo Gruppo Giovani Imprenditori una palestra della futura classe dirigente del nostro territorio. Sono sicuro che sia ancora così. Ma ancor di più sono certo che questo Movimento oggi non rappresenti più solo un campo di allenamento, ma un incubatore di idee concrete”.

Secondo il Presidente nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Riccardo Di Stefano, intervenuto all’Assemblea con un video-messaggio, quello di dar vita ad una nuova cultura organizzativa nelle imprese è “un tema di frontiera, centrale per ridisegnare il sistema economico italiano nel futuro e per riaffermare il ruolo di attore sociale di propulsore del cambiamento che i giovani imprenditori devono avere su ogni territorio e sul contesto nazionale. La nostra generazione è l’unica, non solo per anagrafe, ma anche per capacità di innovazione, a poter interpretare le tre grandi sfide che abbiamo di fronte: ricostruzione post-pandemica; trasformazione ecologica compatibile con gli aspetti socioeconomici; digitalizzazione”. 

Concetti a cui ha fatto da eco l’intervento di saluto di Jacopo Moschini, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Lombardia: "Il ruolo dell’industria nel futuro della nostra società è oggi più che mai fondamentale: le imprese italiane, soprattutto guidate dai giovani, vogliono essere protagoniste del cambiamento grazie a dinamicità, competitività a livello mondiale e spirito di innovazione. Le persone sono l'asset strategico fondamentale delle imprese. Cultura organizzativa, talenti, nuove competenze, devono essere il centro delle nostre strategie di crescita per essere come industria italiana, ancora una volta, generatore di benessere sociale. Come Giovani Imprenditori Lombardia sono convinto che grazie al virtuosismo dei nostri territori e delle nostre aziende, se sapremo cogliere le opportunità storiche offerte PNRR puntando su innovazione e sostenibilità, potremo vivere una fase di rinascita economico-industriale italiana”.

Le conclusioni sono state affidate all’intervento del Vicepresidente nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Andrea Marangione: “Siamo davanti ad un periodo di grandi trasformazioni: sostenibilità, innovazione, formazione, globalizzazione sono le 4 grandi rivoluzioni che, come imprenditori e come giovani, dobbiamo essere in grado di governare. Come i Giovani Imprenditori di Varese hanno sottolineato, dobbiamo promuovere una nuova cultura organizzativa che abbracci i cambiamenti che stiamo vivendo. Con il PNRR l’Italia è davanti a un'occasione storica, per la prima volta abbiamo la possibilità di fare quelle riforme che attendiamo da 30 anni, ora le risorse ci sono, quindi non possiamo fallire”.

Dalla teoria, alla pratica. Durante l’Assemblea, ad affiancare gli interventi istituzionali, è stata una tavola rotonda che ha messo in luce storie di successo di implementazione in azienda di una nuova cultura organizzativa. Moderati da Saverio Cuoghi, Founder di Innovazione2020.it, sono intervenuti: Federica Dal Cin, Presidente e Ad di Elifriulia Spa Helicopter Center; Francesco De Stefano, Co-Founder e Ceo di Caracol Srl; Marco Guazzoni, Sustainability Director di Vibram Spa.

Per saperne di più

Leggi il paper: “Young Enterpreneurs in the new era of sustainability and digitalization”.