Colored with scrolling

Try scrolling the rest of the page to see this option in action.

Offcanvas with backdrop

.....

ARGOMENTI

Confindustria sul Fit for 55: “È necessario coniugare obiettivi di decarbonizzazione e sviluppo industriale”


“Scenari e valutazioni di impatto economico degli obiettivi Fit for 55 per l’Italia”: questo il nome dell’analisi elaborata da Confindustria in collaborazione con RSE, Ricerca Sistema Energetico, sull’impatto che le politiche europee, volte a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, avranno sul sistema economico-produttivo, anche italiano. L’obiettivo: fornire un contributo alla costruzione del nuovo piano energetico che il nostro Paese dovrà adottare per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione entro il 2030.

L’analisi fornisce una prima valutazione della proposta “Fit for 55” con lo scopo di considerare un percorso di decarbonizzazione alternativo che, pur raggiungendo la stessa riduzione di emissioni di gas serra, attraverso un uso efficiente delle risorse economiche, possa favorire lo sviluppo del tessuto industriale; tutelare la competitività internazionale delle imprese italiane; contenere ulteriormente il costo sociale della transizione.

Nello scenario FF55 sono stati inseriti tutti i vincoli e target previsti nel pacchetto Fit for 55, mentre lo scenario costruito da Confindustria considera solo un target di riduzione generale delle emissioni, senza vincoli settoriali, pari al valore ottenuto dalla combinazione delle proposte di Direttive dello scenario FF55. Si tratta di un’alternativa che porterebbe ad una configurazione al 2030 con obiettivi meno sfidanti in termini di efficienza energetica, e a un maggiore sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili rispetto al percorso tracciato per lo scenario FF55.

Sempre secondo lo studio di Confindustria, la realizzazione degli investimenti, volti a sostenere la domanda e gli incentivi promossi per rilanciare l’offerta di tecnologie, ammonterebbe così a 1.120,7 miliardi di euro, con un incremento della produzione pari a 1.976,1 miliardi di euro (+4,7% medio annuo, 1.645,3 miliardi al netto dei beni intermedi importati); un’occupazione più elevata di 11,5 milioni di ULA (+3,1%); un incremento di valore aggiunto di 689,1 miliardi di euro (+3,7% medio annuo). Si tratta di un flusso di investimenti senza precedenti, che, come si legge nella nota stampa, “richiede una visione strategica di Sistema Paese, in grado di garantire che una parte importante di questi possa tradursi in un volano di sviluppo della capacità produttiva manifatturiera italiana”.

Nello studio di impatto economico della transizione energetica, Confindustria e RSE, hanno anche stimato gli effetti sul bilancio pubblico nel periodo 2020-2030: il netto positivo in termini di entrate per lo Stato e in termini di costi evitati è di circa 595 Mld/€. Mentre il costo netto degli investimenti è pari a circa 527 Mld/€. “La dimensione degli investimenti in gioco è sicuramente un fattore di preoccupazione – continua la nota stampa – ma rappresenta anche un volano di crescita industriale per l’Italia: per questa ragione, a breve, sarà completata la seconda parte del Rapporto, con la quale verrà presentata la mappatura delle filiere tecnologiche italiane più direttamente coinvolte, con l’obiettivo di integrare le politiche per la transizione energetica con una valutazione dei possibili impatti in termini di politica industriale”.

Per saperne di più

Leggi l'analisi completa di Confindustria