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Referendum: si agli obiettivi, no al metodo

La posizione dell'Unione e di Confindustria sulla tornata referendaria del 21 maggio

Sette promossi, quattordici bocciati. Dopo la pronuncia della Corte Costituzionale, per i referendum l'attesa ora si gioca tutta sulla possibilità di individuare ipotesi, condivise, di modifica alla normativa vigente da varare in tempo utile così da evitare seggi e scrutini.
Aspettando l'eventuale vera e propria chiamata alle urne, è possibile comunque fare una riflessione su alcuni dei temi che finora hanno animato la campagna per i vari quesiti.
Una cosa è certa: la posizione di Confindustria, a nome dell'intero sistema industriale italiano, è stata articolata e ben chiara.
Gli obiettivi di liberalizzazione del mercato del lavoro che alcuni referendum abrogativi intendevano perseguire (dopo il passaggio alla Consulta è rimasto soltanto quello relativo all'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori in materia di reintegrazione nel posto di lavoro in presenza di licenziamento giudicato illegittimo) sono in sé pienamente condivisibili: si tratta infatti di obiettivi sui quali il mondo imprenditoriale del nostro Paese insiste da tempo con lo scopo di allineare anche in questo settore le regole italiane a quelle degli altri Paesi industrializzati.
Meno condivisibile appare invece il modo con il quale si vorrebbero raggiungere tali obiettivi: l
o strumento referendario, infatti, per effetto della soppressione immediata di norme, pone inevitabilmente problemi nell'interpretazione e nell'applicazione delle disposizioni legislative che sono, per loro natura, intrecciate. E' quindi sempre preferibile ricorrere alla riforma parlamentare per legiferare su materie che, generalmente, richiedono la previsione di disposizioni di coordinamento e di regimi transitori.
In altri termini, il referendum abrogativo è, per interventi sulla legislazione ordinaria, uno strumento grossolano, tant'è che si dovrebbe più correttamente farne uso solamente in casi eccezionali, su questioni di carattere etico (per le quali cioè venga chiamata in causa la coscienza dei cittadini) e nel caso di quesiti fondanti per l'interesse del Paese.
Ciò premesso, il Presidente di Confindustria Giorgio Fossa ha peraltro precisato in modo chiaro agli organi di stampa che
la decisione di sostenere il referendum è la conseguenza della protratta indisponibilità delle forze politiche a riformare la legislazione in materia di lavoro in senso meno vincolistico.
Contemporaneamente Giorgio Fossa si è detto disponibile ad aprire un tavolo di confronto con Governo e Sindacati per individuare ipotesi, condivise, di modifica alla normativa vigente entro i tempi necessari per evitare il referendum.


I SETTE REFERENDUM
AMMESSI

  • Legge elettorale: in caso di vittoria dei Sì verrebbe abolita l'assegnazione con sistema proporzionale del 25% dei seggi della Camera
  • Rimborso delle spese elettorali: verrebbe abolita la nuova legge sui rimborsi elettorali che, secondo i promotori, assegnerà circa 770 miliardi per le prossime elezioni
  • Elezione del Consiglio Superiore della Magistratura: verrebbe abolito il voto di lista dei membri togati (eletti dai magistrati). Si voterebbero i singoli candidati "sganciati" dalle liste e dalle aree di appartenenza
  • Separazione delle carriere: verrebbe impedito ai magistrati con funzioni inquirenti (PM) di passare a funzioni giudicanti. Incarichi extragiudiziari: i magistrati non potrebbero assumere incarichi incompatibili con le funzioni ordinarie giudiziarie, come arbitrati e incarichi professionali
  • Licenziamenti: fermo restando il risarcimento patrimoniale, verrebbe abolito l'obbligo di riassunzione del lavoratore licenziato nelle aziende con più di quindici dipendenti
  • Trattenute sindacali: l'INPS e l'INAIL non potrebbero più trattenere alla fonte i contributi e le quote di iscrizione a favore delle associazioni sindacali

I QUATTORDICI REFERENDUM
BOCCIATI

  • Abrogazione delle legge Turco-Napolitano sull'immigrazione
  • Abolizione dell'obbligo di iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale
  • Liberalizzazione del collocamento al lavoro
  • Abolizione dei vincoli ai contratti di lavoro part-time
  • Liberalizzazione dei contratti di lavoro a tempo determinato
  • Abolizione delle norme per i contratti di lavoro a domicilio
  • Abrogazione dell'esclusiva INAIL per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali
  • Abolizione delle ritenute d'acconto sui redditi da lavoro dipendente (sostituto d'imposta)
  • Abolizione del regime transitorio delle pensioni di anzianità
  • Abolizione del finanziamento pubblico degli istituti di patronato e assistenza sociale
  • Contenimento dei termini di custodia cautelare
  • Abrogazione parziale dei termini processuali
  • Introduzione della responsabilità civile diretta dei magistrati
  • Smilitarizzazione della Guardia di Finanza

03/06/2000

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