Presentato, con una tavola rotonda, il libro del Gruppo Giovani Imprenditori dell'Unione Industriali L'innovazione raccontata attraverso l'esperienza dei nuovi titolari d'impresa

Presentato, con una tavola rotonda, il libro del Gruppo Giovani Imprenditori dell'Unione Industriali

L'innovazione raccontata attraverso l'esperienza dei nuovi titolari d'impresa
Tra gli interventi, anche quello di Matteo Colaninno: "Il merito della ripresa in atto è anche nostro”

Imprenditori si diventa, innovando. Una strada che le nuove leve dei titolari d'impresa varesini hanno accettato di percorrere. Con successo. Come nei casi raccontati nel libro del Gruppo Giovani Imprenditori dell'Unione degli Industriali della Provincia di Varese "Gli uomini che rifecero l'impresa”. La pubblicazione, edita da Il Sole 24 Ore e realizzata in collaborazione con UBS (Italia) S.p.A. è stata presentata questa sera durante una tavola rotonda che si è svolta al centro congressi Ville Ponti di Varese. A fare da bussola agli interventi dei relatori, il sottotitolo del volume: "I giovani industriali varesini e la sfida dell'innovazione”. Quella raccontata nelle pagine scritte dal giornalista Sandro Mangiaterra, ex caporedattore e inviato speciale di Panorama, ex caporedattore de Il Venerdì di Repubblica e attualmente editorialista dei quotidiani veneti del Gruppo L'Espresso e collaboratore di Nòva24, il settimanale di innovazione e tecnologia de Il Sole 24 Ore.
Un volume che parla di economia non attraverso i dati, le cifre o le classiche proiezioni statistiche. "Abbiamo fatto una scelta controcorrente, optando - ha spiegato il Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori dell'Unione Industriali, Alberto Parma - per un libro di entusiasmi e di sentimenti. Gli stessi che animano l'economia del territorio e i suoi attori”. Raccontati, si legge sulla copertina, "attraverso storie di ordinaria e straordinaria innovazione. Storie significative, emblematiche dello spirito che muove i nuovi protagonisti dell'economia italiana: gli agguerriti, preparati, per certi versi rivoluzionari under 40”. Imprenditori che hanno preso in mano le redini di imprese arrivate anche alla terza, quarta generazione. Realtà produttive che sono state capaci di resistere per decenni, fino ad affermarsi a livello mondiale, grazie anche al contributo delle nuove leve. Persone con il senso del rischio e della competizione globale, affrontata puntando tutto sull'innovazione, di prodotto, di processo, nell'organizzazione aziendale.
La narrativa, per una volta, ha preso in una pubblicazione economica, il posto dei numeri. Il risultato, ha continuato Parma, è stato un percorso di esplorazione che giunge alla scoperta "di un territorio che vive con normale eccezionalità l'esigenza di mettere a confronto la solidità della lunga tradizione manifatturiera con la leggerezza della nuova generazione imprenditoriale. Un territorio che mantiene in sé la carica di vitalità che è la sua principale assicurazione per il futuro”.
Il libro, si legge sempre sulla copertina, è come se fosse "un manifesto, non sbandierato bensì vissuto quotidianamente attraverso il lavoro in azienda, per un capitalismo italiano più libero, competitivo, moderno”. Come ha sostenuto lo stesso autore, Sandro Mangiaterra, "un conto è continuare a dire e a scrivere dell'importanza dell'innovazione, di come sia oggi il vero fattore di successo, e fare tanta bella teoria, un altro è provare a capire che cos'è davvero, sapere cioè di cosa parliamo quando parliamo di innovazione. Bene, al termine di questo lavoro ho imparato che si può articolare in mille modi e processi diversi e che non esistono settori maturi in cui non sia possibile innovare”. Non solo, ancora più stupefacente è stato per Mangiaterra scoprire che "i territori dove l'industria ha maggiore tradizione e dove maggiormente si concentrano produzioni cosiddette mature, come appunto la provincia di Varese, sono proprio quelli nei quali il seme dell'innovazione produce i migliori frutti. Merito di un know-how e di una capacità di competere a livello internazionale accumulati nei secoli. Ma anche del Dna che caratterizza i nuovi imprenditori”. Quegli under 40 che il giornalista ha incontrato e che gli hanno raccontato la loro storia. Di come hanno ereditato l'azienda, dopo un percorso di formazione che, in alcuni casi, li ha portati all'estero. Di come hanno affrontato i mercati di oltre confine. Di come hanno saputo convincere i loro padri della bontà delle loro idee da apportare alle imprese. "Si sentono - li descrive Mangiaterra - cittadini del mondo, hanno una formazione internazionale, adottano strumenti di comunicazione internazionale. Figurarsi se per le loro aziende non pensano all'eccellenza e a una sfida planetaria”.
Una sfida che, ha sottolineato, Matteo Colaninno, Presidente nazionale del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria, le nuove leve degli industriali hanno accettato tre anni fa "opponendosi alla logica del declino, del pessimismo e del processo sommario al modello dell'impresa familiare che sembrava avere la meglio su tutto”. La crescita di questo ultimo periodo, rivendica Colaninno, "è merito anche dei giovani titolari d'impresa che, grazie alla tensione continua al cambiamento, hanno saputo interpretare il loro ruolo all'interno delle imprese dei loro padri”. Ma non solo: "In questi anni è cresciuto anche il numero di start up, di imprenditori che anziché ereditare l'impresa, ne hanno aperto una nuova. La percentuale dei nostri iscritti che coincidono a questo identikit è passata, negli ultimi 5 anni, dal 25 al 30%”.
Dalle circa 100 pagine del libro emerge una fotografia dei giovani industriali varesini che diventa lezione per tutto il sistema economico nazionale. Di questo ne è convinto il giornalista responsabile di Nòva24, Luca De Biase, che del libro ha scritto la prefazione: "Nelle vicende raccontate da Mangiaterra - ha detto durante la tavola rotonda - ci sono alcuni importanti elementi di un'esperienza generale e generalizzabile”. Come, per esempio, "la cultura dei fatti e non dei pregiudizi: non ci sono mercati maturi, ma solo persone incapaci di vedere oltre il cerchio della tradizione. Non ci sono competizione perdute in partenza. Non ci sono solo i costi elevati di un sistema-paese come l'Italia, ma anche le forze creative sedimentate nella sua storia”. Che nella terra varesina, in quanto ad industria, di certo non manca. Anche per questo, ha detto nel suo intervento di saluto Fabrizio Tedesco, Executive Director di UBS (Italia) S.p.A., sponsor dell'evento, "crediamo ci sia un grande potenziale per le nostre attività nell'area di Varese. Puntiamo in particolare alle famiglie di imprenditori presenti sul territorio. Con le quali ci confrontiamo innanzitutto sull'opportunità di separare la gestione del patrimonio aziendale, da quella del patrimonio personale”.
Il Presidente di Ermeneia Studi & Strategie di Sistema Srl, Nadio Delai, ha posto l'accento, invece, sul cambiamento in atto nelle aziende: "Realtà nelle quale - ha precisato - è sempre più inappropriato parlare di passaggio generazionale. L'allungamento della vita media porterà all'interno delle imprese due, tre generazioni contemporaneamente. La sfida, non sta dunque nell'ereditare, ma nel cogestire”.


Varese, 17 settembre 2007