Varesefocus.
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
Varesefocus

 
 

Oncologia, fiore all’occhiello

Impegno corale dei tre presidi ospedalieri nella cura delle neoplasie.

L'Azienda Ospedaliera di Busto Arsizio ha dichiarato guerra ai tumori. Su questo fronte opera in coerenza con le linee adottate dal piano oncologico regionale per il triennio 1999/2001 e con una modalità organizzativa che garantisce un'attività efficace nella "diagnosi, cura e riabilitazione dei tumori, impegnando appieno tutte le competenze professionali e le risorse tecnologiche disponibili" (così si afferma in un recente dossier sull'analisi qualitativa e quantitativa delle capacità di offerta in ambito oncologico redatto dall'ufficio comunicazione). L'organizzazione coinvolge tutte le unità operative dei tre presidi ospedalieri, ed in primo luogo le divisioni ed i servizi di oncologia medica, di radioterapia oncologica e di chirurgia generale ed i servizi di diagnosi e cura con particolare riferimento a quelli di ematologia, di diagnostica strumentale, di laboratorio, di anatomia patologica, di medicina nucleare, di anestesia e rianimazione, di terapia antalgica, di riabilitazione e di psicologia.

L'attività è stata avviata tenendo conto dei dati forniti dal registro dei tumori degli anni 1988/1992, riferito alle neoplasie maggiormente diffuse (stomaco, colon, retto, pelle e mammella per le femmine; stomaco, colon, retto, polmone, pelle, prostata, vescica per i maschi). In provincia di Varese, su una popolazione di 800.000 abitanti, si contano circa 12.000 nuovi casi all'anno. Per affrontare il problema e fornire cure adeguate ai pazienti, il metodo scelto in Azienda Ospedaliera è stato quello del lavoro di gruppo, che coinvolge in particolare i reparti di pneumologia, urologia e medicina 3, dell'ospedale di Busto, medicina interna e chirurgia generale dell'ospedale di Saronno, medicina interna e chirurgia generale dell'ospedale di Tradate, inoltre i servizi di diagnostica per immagini ed interventistica ecografia, laboratorio e medicina trasfusionale, radioterapia, medicina nucleare, anatomia patologica.
I risultati, relativi all'anno '99, indicano 6.000 eventi di dimissioni con la diagnosi principale di neoplasia (benigna o maligna), 2.500 di questi hanno associato un intervento chirurgico, sono stati eseguiti 1.200 cicli di chemioterapia. Dei 6.000 eventi di dimissione, solo 4.000 risultano residenti in provincia di Varese, gli altri arrivano dalla Lombardia o da altre regioni, il che è un indicatore della fiducia dei malati di tumore verso l'Azienda Ospedaliera di Busto Arsizio, dove tutte le unità operative seguono con particolare attenzione i casi di neoplasia.
In questo campo l'attività di eccellenza è rappresentata dal Centro Interdisciplinare aziendale di Ecografia e Radiologia Interventistica.
Il settore ha un'elevata capacità strumentale, anche perché ha iniziato l'attività nel 1993, come terzo centro al mondo e secondo in Italia; è il primo centro nel mondo per numero di metastasi epatiche trattate e secondo per numero di epatocarcinomi trattati; ha una collaborazione diretta con il principale centro di ricerca sperimentale mondiale di radiofrequenza con "ago freddo" (Massachusetts General Hospital di Boston), con conseguente possibilità di utilizzare in anteprima nuove tecnologie e modalità tecniche. Il settore è specializzato nella termoablazione con radiofrequenza e mantiene rapporti di consulenza stabili con altri importanti centri. Nel 1999, 42 medici provenienti da otto nazioni (USA, Cina, Argentina e Paesi Europei, oltre a centri italiani) hanno partecipato a sessioni di trattamento termoablativo del Centro di Ecografia.
I risultati conseguiti sono stati illustrati, su invito, a 12 riunioni scientifiche nazionali ed internazionali nell'anno '99 e, tra queste, il Congresso Mondiale di Ecografia Interventistica dell'Università di Copenaghen, il Congresso europeo di Radiologia di Vienna ed il Congresso della Società Americana di Radiologia a Chicago.
Nel '99 sono state stampate e diffuse numerose pubblicazioni sulle terapie ablative realizzate dal Centro di Ecografia. L'attività e la ricerca continuano, anche in altri campi, dove le neoplasie sono più diffuse e dove le patologie si possono ridurre con la diagnosi precoce.
E' il caso dei tumori della mammella, della cervice uterina, del colon-retto, della prostata. In particolare sui tumori alla mammella ed alla cervice uterina, i tre presidi ospedalieri hanno in atto attività di diagnosi precoce volontaria e aderiscono all'iniziativa di screening dell'ASL.


I giudizi dei ricoverati
Solo un segno meno accanto al menu, per il resto va tutto bene.
"Non ho peli sulla lingua, dico quel che penso" esordisce la signora Elena Sciarpi, ricoverata nel reparto di Neurologia per problemi alla gamba destra. Parole che fanno pensare a chissà quali lamentele verso il servizio ospedaliero. Ed invece…
"Sinceramente non c'è nulla che vada male - assicura -. Medici ed infermieri sono attivi e gentili, arrivano quando c'è bisogno. La pulizia va benissimo, per me è la cosa più importante. Quanto al cibo, lo trovo saporito, c'è da
scegliere tra più secondi, è un peccato lamentarsi". La signora Elena risiede a Gallarate, "Come mai si è rivolta a Busto?", le chiediamo. "Mi ha consigliato mia nuora, che qui si era trovata bene", risponde. Arriva da più lontano, esattamente da Missaglia, in provincia di Lecco, il signor Ardidoro Santoni, 76 anni ben portati, orgoglioso della sua origine toscana. Anche lui si trova al presidio ospedaliero di Busto per suggerimento di qualcuno, nel suo caso del suo specialista che lo segue nei problemi ad una gamba. Una settimana prima era ricoverato in Chirurgia Vascolare, poi è passato in Neurologia per una cura più adeguata. "Mi stanno facendo tutti gli esami necessari - dice -. Ho a che fare con personale molto disponibile, che si presta ad ogni necessità. Medici ed infermieri sono all'altezza della situazione. Anche il resto del personale si dà sempre tanto da fare. La mattina puliscono tutto, rifanno i letti, cambiano le lenzuola. Ai pasti si può scegliere in base alla dieta stabilita dai medici. E' tutto ottimo, per essere un ospedale. Non so se a pagamento avrei lo stesso trattamento". Tutto okay, dunque, sembrerebbe proprio così. Gli elogi si fanno meno entusiasti al reparto Medicina 2. Federico Dell'Acqua, un quarantenne di Legnano, ricoverato per broncopolmonite a Busto (in ospedale, a Legnano, non c'era posto), parla bene dei rapporti con medici ed infermieri. "Sono solerti alla chiamata", assicura. Non si lamenta tanto della pulizia: "Puliscono tutti i giorni, forse al pomeriggio si può trovare qualche bagno sporco, dipende da chi lo ha usato prima". Il cibo però non lo soddisfa: "E' monotono, è sempre quello: pastina, passato di verdure, pollo lesso… Cambia solo la domenica. Per chi potrebbe mangiare normalmente, non c'è scelta". Giustifica la situazione il suo compagno di stanza, Natale Merletti, 60 anni, artigiano di Marnate, che accusa problemi allo stomaco. "Non è mica un grand hotel, si sa che siamo in un ospedale, il cibo è da ospedale, ma accettabile". Il signor Natale non ha nulla da recriminare, parla di ottimi rapporti con il personale, della buona assistenza ricevuta.
"Non possiamo lamentarci, neanche della pulizia", afferma.
I giudizi dei pazienti sono dunque complessivamente positivi e l'ospedale ne esce promosso, anche se con un segno meno accanto al menu.

Gli utenti promuovono l'accoglienza

In che misura i servizi sono apprezzati dagli utenti? Per tastare il polso di ricoverati e fruitori dei servizi ambulatoriali, l'Ufficio Qualità svolge periodicamente indagini sulla soddisfazione/insoddisfazione riguardante il comfort, la comunicazione, l'area relazionale, con particolare attenzione all'accoglienza. Una delle ultime indagini ha dato risultati lusinghieri. Gli utenti si sono dichiarati soddisfatti, dal 66 al 98% dei casi, riguardo ai rapporti con i medici ed il personale sanitario dell'area accoglienza. Per avere conferma di questo dato, già buono, l'indagine è stata estesa agli utenti dei laboratori, dei poliambulatori e del pronto soccorso, indagando l'area organizzativa, oltre a quella relazionale.
I risultati hanno confermato, anzi innalzato, il grado di soddisfazione dei rapporti con il personale (dall'81 al 99% degli utenti) e del rispetto della propria privacy (dall'89 al 91%). Qualche critica è arrivata a proposito della segnaletica esterna, che si provvederà a sistemare. In Pronto Soccorso, l'utilizzo dei codici d'urgenza (rosso, giallo, verde, bianco) ha permesso di fornire prestazioni realmente urgenti in tempi molto brevi (da 1 a 5 minuti d'attesa) e di mettere in atto un'azione educativa rivolta ai cittadini sull'uso appropriato del servizio. Scoraggia infatti l'attesa per un codice bianco (che indica nessuna urgenza) che può essere superiore ad un'ora.

05/17/2001

Editoriale
Focus
Economia
Inchieste
L'opinione
Territorio

Politica
Vita associativa
Formazione
Case History
Università
Storia dell'industria
Natura
Arte
Cultura
Costume
Musei
In libreria
Abbonamenti
Pubblicità
Numeri precedenti

 
Inizio pagina  
   
Copyright Varesefocus
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
another website made in univa