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Finanziaria 2003, la manovra è poco incisiva
Niente riforme strutturali, solo interventi basati ancora una volta su condoni ed entrate straordinarie. I problemi di fondo di nuovo rinviati.
Su un punto, ed è sicuramente il suo punto forte, la Finanziaria 2003 non presta il fianco a letture differenziate per soggetti economici, aree territoriali o distretti industriali. Si tratta dell'avvio del primo modulo della riforma Irpef (costo 5,5 miliardi di euro) che riduce il prelievo fiscale sui redditi medio bassi (fino a 25mila euro). Per le imprese c'è poi la riduzione dal 36% al 34% dell'Irpeg a partire dal primo gennaio, un taglio di aliquota che è in realtà di un solo punto percentuale dato che la manovra di bilancio di due anni fa aveva già introdotto la riduzione dal 36 al 35% ed ora si provvede a finanziare l'intero sgravio. Infine, per restare alle misure "macro" che dovrebbero avere effetti identici o quasi per chi fa impresa in qualunque angolo dello Stivale, ci sono i primi interventi di riduzione dell'Irap (costo 500 milioni), con esclusione dalla base imponibile delle borse di studio e dei contratti di formazione, mentre per le imprese fino a 400mila euro di fatturato viene garantita una deduzione di 2mila euro per ogni dipendente (fino a un massimo di 5 addetti) e per le piccole società è fissata in 7.500 euro la deduzione forfettaria.
Per tanti altri capitoli la Legge di bilancio offre invece lo spazio a qualche riflessione "per territori" un po' più meditata. E se si vuol davvero provare ad usare le lenti particolarissime del multi-distretto varesino si scopre che, a partire dalla partitissima delle sanatorie, questa manovra non va nella direzione auspicata dal sistema imprenditoriale.
In luogo di interventi strutturali, capaci di razionalizzare davvero vasti settori di spesa di dubbia produttività s'è preferita, in nome del passaggio a nuova legislazione fiscale, la vecchia abitudine del condono generalizzato. Che per un'area ad antica vocazione industriale come quella locale, fitta di imprese ben strutturate, si traduce in un ennesimo potenziale grassaggio ai danni di chi paga le sue imposte, e da lunga vaglia, fino all'ultima lira-euro.
Per un territorio "di confine" come il nostro, può invece valere il "bis" dello scudo fiscale (ora anche per persone fisiche e enti non commerciali con tassa d'ingresso al 2,5% per attività rimpatriate o regolarizzate entro il 16 marzo; 4% per il termine ultimo del 30 giugno).
Il giudizio non può che restare sospeso, poi, sui condoni affidati agli enti locali. Per questi il governo non ha indicato alcuna stima di gettito, nella consapevolezza forse delle complessità procedurali e degli stretti limiti di bilancio entro cui saranno chiamati a muoversi nei prossimi mesi comuni e regioni.
Per una Finanziaria che avrebbe dovuto essere di "rigore e sviluppo" e che invece proietta delle incertezze sul domani, vista la quantità di misure "una tantum" non replicabili a saldi invariati e a regimi costanti di spesa del settore statale, restano le nuove regole introdotte per le imprese che vorranno beneficiare del credito d'imposta sulle assunzioni e gli investimenti. Dai tagli prospettati in una prima fase qualcosa s'è salvato. Ma siamo ben lontani da una manovra davvero incisiva per i settori dell'innovazione, per chi vuole investire in ricerca o in nuove attività produttive.
Le misure "salvate" dimostrano un maggior riguardo per il Mezzogiorno.
I contributi sui nuovi investimenti sono estesi anche alle aree svantaggiate del Centro-Nord nei limiti di 30 milioni di euro annui fino al 2006 e previo via libera della Commissione Ue. La stesso discorso vale sui fondi rotativi per le imprese, con i nuovi criteri di attribuzione degli incentivi (uguali per tutti) che potranno essere a fondo perduto solo per il 50% (il resto dovrà essere reso allo Stato entro 10 anni con un tasso d'interesse non inferiore allo 0,50%).
Per quel che riguarda infine i finanziamenti a sostegno della contrattazione negoziata locale (contratti d'area e di programma, patti territoriali e aiuti destinati alla ricerca industriale) si prevede l'utilizzo di risorse derivanti da revoche di concessione di agevolazioni relative ad altre leggi (la "488" e la "341/95"). Ma il quantum, purtroppo, non è noto. Sempre con riferimento alla "488" (con validità anche per le aree depresse del Nord, e quindi l'alta provincia di Varese, la bassa Valle Olona e il tratto varesino dell'Asse Sempione) arrivano infine le agevolazioni per chi investe in pubblicità locale: uno sconto medio del 50% sulle inserzioni o gli spot effettuati su mezzi di comunicazione del territorio e che nel 2003 superino l'importo degli investimenti effettuati in pubblicità locale nell'anno appena passato.
Lo sfoglio della Legge di Bilancio non offre molto di più per un "vaglio territoriale". Resta l'amara constatazione (l'ennesima) di una "madre di tutte le leggi" che nega con il suo nascere la definizione di risorse vere per la realizzazione di quelle grandi opere infrastrutturali che Varese e provincia attendono da decenni. Chissà, forse l'unica promessa (durissima da mantenere) potrebbe nascondersi in quella volontà di riformare la Finanziaria subito evocata dallo stesso premier dopo il voto definitivo dell'antivigilia di Natale. Si parla di una riforma primaverile, in occasione della presentazione del prossimo Dpef (Documento di programmazione economica e finanziaria). L'idea è di sfruttare quel momento, che tra l'altro andrà a coincidere con la presentazione del documento finale dell'Alta commissione sul federalismo fiscale, per sperimentare un nuovo modello di "bilancio consolidato" (come quello delle società) che comprenda oltre ai conti dello Stato, quelli delle Autonomie, degli enti previdenziali e di tutto ciò che è oggi fuori bilancio. Uno strumento legislativo capace, insomma, di rispondere meglio al Patto di stabilità europeo e a quello interno. Magari blindato dal governo contro gli immancabili assalti parlamentari. Aspettiamo la primavera, se saranno rose… fioriranno.
FINANZIARIA 2003, le principali novità
CUMULO LAVORO-PENSIONE
Cadono le limitazioni per chi va in pensione a 58 anni con 37 di contributi. Previsto il condono per chi non era in regola con i vecchi divieti.
TAGLI A IRPEF E IRPEG
Primo passo per la riforma fiscale: Irpef ridotta per i redditi più bassi mentre l'Irpeg scende al 34%.
IRAP
Vengono escluse dalla base imponibile le borse di studio e i contratti di formazione. Per le imprese con un fatturato fino a 400mila euro è prevista la deduzione di 2mila euro per ogni dipendente (fino a un massimo di cinque dipendenti). Viene anche aumentata a 7.500 euro la deduzione forfettaria prevista per le piccole imprese.
CONDONI
I contribuenti potranno contare su 15 sanatorie, dallo scudo fiscale per le imprese al concordato al canone Rai.
RICERCA
Aumenta il costo delle sigarette: il gettito servirà a finanziare le iniziative per la ricerca e le attività delle Università.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Nel 2003 scatterà il blocco del turn over, anche se con alcune deroghe, per il personale statale. Previsto anche un maggior ricorso alla mobilità.
CARTOLARIZZAZIONI
Regioni ed enti locali potranno vendere gli immobili. Prevista anche la possibilità di costituire Srl per gestire i proventi.
RISTRUTTURAZIONI EDILIZIE
Prorogate fino a settembre le agevolazioni per gli interventi in edilizia: sgravio Irpef del 36%, Iva al 10%, detrazione massima a 48mila euro. |
01/16/2003
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