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Tessile, si muove il Welfare

Dopo le associazioni imprenditoriali, i sindacati, le istituzioni locali, ora anche il Ministero del Welfare viene in soccorso del tessile-abbigliamento varesino.

Dieci milioni di euro, che potrebbero arrivare a quindici. E' questa la posta in gioco per un intervento di sostegno all'occupazione nelle imprese del settore tessile, abbigliamento e calzaturiero della provincia di Varese che stanno fronteggiando, non senza difficoltà, un momento difficile. Le cause? La stagnazione dei consumi nel nostro paese. Poi l'analoga difficoltà che stanno vivendo le economie di quei paesi europei che rappresentano tradizionalmente un notevole serbatoio per le nostre esportazioni. Poi ancora, la Cina, che dopo il venir meno, dallo scorso primo gennaio, delle quote all'importazione nell'Unione Europea per via dell'ingresso del WTO, l'accordo multilaterale sul commercio estero, ha cresciuto sensibilmente i propri flussi di prodotti tessili verso il Vecchio Continente. L'osservatorio istituito dalla Commissione UE per monitorare il fenomeno - in vista dell'eventuale ricorso alle cosiddette clausole di salvaguardia, che fino al 2008 consentirebbero di frenare le importazioni laddove si accertasse che l'aumento dei flussi provochi conseguenze gravi sulla tenuta del tessile-abbigliamento europeo - ha iniziato a fornire dati preoccupanti: a febbraio l'import di prodotti tessili è cresciuto del 63,7 per cento rispetto ad un anno prima e del 41,3 per cento quello dei prodotti di abbigliamento. Una "vera e propria invasione" ha commentato il viceministro al commercio con l'estero Adolfo Urso, anche se la filiera del made in Italy, nei confronti dei paesi extra UE, ha complessivamente dimostrato una forte vitalità crescendo nei primi due mesi dell'anno di oltre il 18 per cento, tre volte di più delle importazioni (5,6 per cento).
Cina a parte, a soffrire è l'intera bilancia commerciale italiana nei confronti dei paesi al di fuori della Comunità, complice la persistenza di un rapporto alquanto squilibrato dell'euro con il dollaro e, per conseguenza, con altre divise agganciate al dollaro, tra cui quella cinese. Uno squilibrio determinato semplicemente dalla strategia degli USA per cercare di riequilibrare il profondo disavanzo commerciale - come del resto abbiamo sempre fatto noi italiani, nei decenni passati - e che ha per conseguenza quella di spiazzare le produzioni europee, che si trovano a dover fronteggiare un differenziale di cambio del 35% dal change over, dal momento cioè dell'introduzione della moneta unica europea.
Sta di fatto, comunque, che il tessile, abbigliamento e calzaturiero si trova oggi a dover fronteggiare una concorrenza senza pari e che, se non ci si vuole rassegnare a perdere questo pezzo importante dell'industria e dell'artigianato italiano, occorre sostenere le imprese e l'occupazione in attesa che il sistema abbia il tempo di reagire. Ecco allora le misure promesse dal ministro del Welfare Maroni, sulla falsariga di quanto già fatto per le aree di Bergamo e di Vigevano. Alla base dell'intervento ministeriale un'intesa raggiunta al tavolo di concertazione della Provincia di Varese tra le associazioni imprenditoriali dell'industria e dell'artigianato e le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil locali. L'intervento prevede un'estensione degli ammortizzatori sociali, in particolare la cassa integrazione straordinaria, che verrebbe estesa ai lavoratori delle imprese fino a quindici addetti, i quali di regola ne avrebbero titolo, ma anche a quelli delle imprese con più di quindici addetti "in deroga" ai limiti normalmente previsti per tale sostegno. Oltre a ciò, è stata chiesta la riproposizione, per le imprese del tessile-abbigliamento-calzature del territorio, delle misure a suo tempo previste a sostegno dell'indotto automobilistico e che consistono in un ampliamento della copertura della cassa integrazione guadagni ordinaria da 52 a 104 settimane nel triennio.
Novità importante per il territorio è l'estensione di tali provvidenze, a richiesta dell'Unione Industriali, anche al comparto meccanotessile, che in provincia di Varese conta una presenza di tutto rispetto. E' poi previsto il finanziamento di politiche attive del lavoro finalizzate alla collocazione dei lavoratori che dovessero fuoriuscire dal processo produttivo, anche attraverso iniziative di formazione professionale con il coinvolgimento degli enti e delle strutture presenti in provincia.

I numeri del settore
• il settore tessile-abbigliamento-calzature ha un considerevole peso nella struttura produttiva della provincia di Varese, come confermano i dati del censimento 2001 che certificano 3.299 unità locali per 29.312 addetti, nonostante nel corso del decennio 1991-2001 il settore abbia perso a livello provinciale oltre 1.500 unità locali e oltre 17.400 addetti;
• si stima che l'evoluzione del settore tessile-abbigliamento-calzature abbia subito un'ulteriore flessione in questi ultimi anni, flessione che trova un riscontro nella riduzione, per 440 unità locali dell'aggregato delle imprese attive registrate alla Camera di Commercio e nei dati relativi al ricorso alla cassa integrazione guadagni ordinaria che è passato da circa 1.900.000 ore autorizzate nel 2001 alle circa 3.800.000 ore autorizzate nel 2004;
• il settore meccanotessile, che ha una grande tradizione in provincia con 150 unità locali e 2.062 addetti nel censimento 2001, risente a sua volta dei profondi mutamenti della geografia commerciale mondiale.

E la Provincia rilancia il lavoro
Il nostro territorio attraversa una fase delicata dal punto di vista occupazionale. Proprio per questo l'Assessorato al Lavoro e Formazione Professionale della Provincia di Varese, da sempre attento alle situazioni di criticità del mondo del lavoro locale, ha avviato alcune iniziative in sostegno dei lavoratori in mobilità, tramite il Progetto Rilancia Lavoro. Quest'iniziativa offre ai lavoratori la possibilità di effettuare attività di orientamento o di partecipare a corsi di riqualificazione professionale studiati per avviare progetti personalizzati di inserimento in azienda. L'obiettivo è duplice. Garantire nuove opportunità ai singoli lavoratori tramite l'aggiornamento e l'approfondimento di nuove tematiche professionali e offrire alle aziende un ulteriore strumento di interesse nell'ambito della ricerca di personale.
Il Progetto è realizzato con il contributo finanziario della Regione e del Ministero del Lavoro e con il sostegno della Commissione Provinciale per il Lavoro. La realizzazione è affidata ad alcune note realtà attive nel campo della formazione professionale, con la collaborazione operativa dei Centri per l'Impiego della Provincia di Varese. Il percorso formativo si articola in una serie di incontri informativi e di orientamento, cui segue eventualmente il percorso di formazione in aula: corsi che riguardano settori di particolare interesse per il territorio, come i servizi per l'azienda, la ristorazione e il settore alberghiero. Al termine è previsto l'accompagnamento al lavoro e il tirocinio in azienda.

03/31/2005

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